Articoli pubblicato sul numero 3/2022 della rivista “Stalle da latte

M. Brambilla, S. Giovinazzo, A. Lazzari, P. Rossi, A. Calcante, F. M. Tangorra, C. Bisaglia

Il settore dell’allevamento bovino è oggetto oggi di una profonda trasformazione, che vede un continuo ridimensionamento del numero di aziende presenti sul territorio nazionale, a fronte però dell’incremento della dimensione media della mandria (elaborazione CREA su Banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica, 2021). Contemporaneamente, si assiste a una progressiva introduzione di tecnologie digitali a supporto dell’allevatore, tale da favorire lo sviluppo di modelli produttivi più efficienti e sostenibili da un punto di vista economico, ambientale e sociale che sappiano rispondere ai mutamenti non solo quantitativi, ma anche qualitativi della domanda alimentare (Istat, 2021).

L’adozione di moderne tecnologie digitali afferenti alla zootecnia di precisione costituisce un’opportunità, non solo per il miglioramento dell’efficienza produttiva dell’azienda e per la riduzione dei costi, ma anche per la valorizzazione del benessere animale e della qualità del lavoro, così come per la limitazione dell’impatto totale dell’allevamento sull’ambiente
(Segerkvist et al., 2020).

È prossima l’installazione in Italia di un primo modello commerciale completamente automatizzato per la somministrazione della razione. L’inserimento di tali macchine in stalla comporta benefici in termini economici, ambientali e sociali con conseguente positivo impatto non solo su quantità e qualità delle produzioni, ma anche sull’accettazione da parte dei consumatori

Il progetto «AutoFeed», finanziato dalla Regione Lombardia, si pone l’obiettivo di descrivere il ruolo che i sistemi per l’automazione della razione unifeed (Afs) hanno nel miglioramento della sostenibilità delle produzioni bovine.

A oggi, come descritto da Haidn (2015) e Lazzari (2021), il mercato delle attrezzature dispone di tre tipologie di Afs a crescente livello di automazione (figura 1); tutte hanno in comune due elementi chiave: la cucina e l’apparato di distribuzione/ riavvicinamento della razione (Rossi et al., 2021).
La presenza di questi sistemi automatici in stalla porta a un miglioramento dell’efficienza della razione perché, se da un lato le bovine hanno a disposizione un alimento sempre fresco (si può infatti arrivare anche a 12 e più distribuzioni di razione al giorno), dall’altro, il carro automatico opera anche un costante riavvicinamento della razione in mangiatoia riducendo così la selezione che le bovine fanno in favore delle componenti più appetibili della razione.

Attualmente, si conoscono il funzionamento e il potenziale di inserimento in stalla dei sistemi automatici di distribuzione appartenenti alle tipologie I e II (Lazzari, 2021) mentre per quelli della III tipologia si è ancora in attesa che, dalla fase prototipale, si passi a una piena fase di commercializzazione. Infatti, gli Afs di tipo III, grazie all’automatizzazione di tutte le fasi di preparazione e distribuzione della razione, promettono di raggiungere inediti risultati in termini operativi.
I sistemi automatici per l’unifeed possono rappresentare un’opzione interessante anche se li osserviamo sotto l’aspetto della sostenibilità che può essere declinata in diversi modi come di seguito descritto.

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

Qualunque sia la tecnologia adottata, rispetto alla modalità di alimentazione convenzionale (che prevede la distribuzione dell’alimento una o due volte al giorno utilizzando carri semoventi alimentati per lo più a gasolio, oppure carri trainati dal trattore), si ha un miglioramento delle performance energetiche, poiché la maggior parte delle operazioni sono condotte da più efficienti motori elettrici con un risparmio fino al 25% dei costi (Tangorra e Calcante, 2018; Calcante e Tangorra, 2021). Oltre a questo, le risposte degli allevatori intervistati (Giovinazzo, 2021) hanno evidenziato un generale aumento dell’ingestione di sostanza secca (+2,90 kg/giorno) e di quantità e qualità del latte prodotto (fino a +3,30 kg/giorno) come  anche riportato nella letteratura scientifica di settore (Nabokov et al., 2020).

Infatti, la possibilità per gli animali di avere in mangiatoia piccole quantità sempre fresche di razione più volte al giorno consente, da un lato un maggior consumo e dall’altro una riduzione degli avanzi con apprezzabili risparmi economici (Nabokov et al., 2020; Vaculik et al., 2019).

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Un primo importante miglioramento deriva dall’alimentazione elettrica dei sistemi automatici di distribuzione. Infatti, il diverso approvvigionamento energetico riduce, anche in modo importante (fino al 91%), l’impiego di combustibili fossili (Calcante e Tangorra, 2021).
Questo vantaggio diventa ancora più grande se in azienda sono presenti sistemi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Altro aspetto riconducibile al miglioramento della sostenibilità ambientale delle produzioni è legato al livello di benessere che gli animali raggiungono: infatti, le bovine, grazie alla frequente somministrazione di alimento fresco, hanno un comportamento molto simile a quello che avrebbero in natura.

Potendo accedere all’unifeed quanto vogliono, gli animali riducono la competizione per il cibo, distribuiscono i pasti nell’intero arco della giornata, vanno alla mangiatoia in piccoli gruppi, perdono meno tempo in piedi e stanno maggiormente in cuccetta, a tutto vantaggio della produzione e della salute (Pesenti, 2019; Schneider et al., 2020).
Al miglioramento del benessere degli animali contribuisce anche la riduzione dell’errore nella preparazione della razione: anche l’allevatore più esperto, infatti, può commettere involontariamente errori durante il riempimento del carro miscelatore.
I sistemi automatici di distribuzione, grazie alla strumentistica di cui sono equipaggiati, minimizzano la differenza fra razione ideale (preparata dall’alimentarista) e razione effettivamente ingerita dagli animali.

SOSTENIBILITÀ SOCIALE

L’adozione di sistemi automatici, ormai sempre più efficienti, in allevamento cambia la modalità di gestione del lavoro aziendale. Ne consegue, infatti, un progressivo affrancamento degli operatori dalla preparazione diretta della razione (lavoro esecutivo, ripetitivo e molto rigido in termini di orari), in favore di ruoli sempre più gestionali e manageriali (Bisaglia et al., 2008). Inoltre, l’utilizzo di sistemi robotizzati aumenta l’accettazione dei consumatori finali nei confronti dei prodotti zootecnici e del settore in generale (Schnettler et al., 2008) grazie al loro impatto positivo sul comportamento degli animali.

Gli aspetti di sostenibilità, infatti, sono molto importanti per la ricaduta che hanno sulle scelte dei consumatori, oggigiorno sempre più attenti alla qualità dei processi nel settore zootecnico e agli aspetti relativi al benessere degli animali (Breuer et al., 2019).

PROSPETTIVE E RIPERCUSSIONI

Migliorare l’efficienza produttiva per soddisfare i bisogni di una popolazione mondiale in continua crescita è la grande sfida che il comparto zootecnico si trova oggi ad affrontare: l’attenzione alla sostenibilità del processo produttivo, il rispetto del benessere degli animali e la tutela dell’ambiente sono requisiti indispensabili. I sistemi automatici di alimentazione costituiscono, per gli allevatori, un’opportunità di miglioramento dell’efficienza produttiva con ripercussioni sulla redditività economica.

Essi, oltre a permettere agli animali di estrinsecare i propri comportamenti specifici e la propria potenzialità genetica, potendo essere inseriti anche in contesti produttivi considerati marginali o sottoposti a vincolo (ad es. montagna), risultano idonei per il recupero di razze autoctone un tempo considerate minori per produzione, ma non meno importanti rispetto a quelle ordinariamente allevate. Ne consegue l’immissione sul mercato di produzioni più etiche e rispondenti alle
esigenze di un consumatore sempre più consapevole.

Massimo Brambilla, Simone Giovinazzo, Andrea Lazzari, Carlo Bisaglia
CREA – Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, Treviglio (Bergamo)
Paolo Rossi
CRPA – Centro Ricerche Produzioni Animali Reggio Emilia
Aldo Calcante, Francesco Maria Tangorra
Università degli studi di Milano